15 aprile 2001 UNA NUOVA POSSIBILE PALESTRA: RITORNA LA CONTEA DI BORMIO
“Le nostre pagine devono diventare una palestra di discussione e non di polemica, un luogo di incontro in cui ogni categoria di persone sia rappresentata e considerata con i suoi problemi”. Era il dicembre 1966, usciva il primo numero de La Contea di Bormio...         Cerchiamo tra le righe del primo editoriale e troviamo le ragioni che hanno motivato la scelta di riprendere quel giornale che ha segnato, sul finire degli anni ‘60, la vita politica, sociale, sportiva e culturale dell’Alta Valtellina. Una esperienza che, riletta a trent’anni di distanza, appare ancora più significativa perché è stata capace, seppur nel breve spazio di un quinquennio, di mostrare una possibile strada, di iniziare un ragionamento, di lanciare un messaggio.         Sin da quando mi sono avvicinato alla professione giornalistica La Contea di Bormio mi ha affascinato; strada facendo ho avuto l’opportunità di provare a rilanciarla in alcune occasioni speciali (come i Mondiali del 1985 o il dopo calamità del 1987). Grazie alla disponibilità di alcuni amici e colleghi, in perfetta sintonia con le idee che dal 1995 la società Valtline (Editrice de La Contea di Bormio) ha proposto e propone, oggi ritorna uno strumento di comunicazione che vuole essere una nuova, possibile palestra. Che vuole provare a riannodare le fila di un discorso solo interrotto, non certo concluso...         Di informazione, credetemi, ce n’è sin troppa; non sono l’unico a sostenerlo! Forse manca il tempo e lo spazio per raccontare storie, per proporre argomenti senza l’ambizione di insegnare, per offrire spunti di riflessione senza pretendere di avere l’ultima parola...        Mi chiedo perché a far notizia sia soltanto la cattiva notizia. C’è altro nella nostra storia e nella nostra esperienza che val la pena comunicare. Il primo e fondamentale obiettivo della “nuova” Contea è proprio questo: avere qualcosa da mettere in comune, semplicemente comunicare. Senza pretese, se non quella di provare a raccontare le nostre e le vostre esperienze. Vorremmo provare ad essere originali, né i primi, né i migliori, semplicemente noi stessi. Senza la disperata voglia di controbattere e criticare che sovente anima il nostro mondo. Senza effetti speciali, senza clamori, senza alcuna intenzione di vendere fumo.            Se c’è una ambizione nel “progetto Contea” è quella di provare a raccogliere attorno ad una idea di comprensorio, la stessa di 35 anni fa. Con una sola differenza, che sta nel simbolo presentato nella testata: la considerazione dell’Alta Valtellina di oggi che ha un riferimento territoriale ed istituzionale nella Comunità Montana, da Sondalo a Livigno.             Politica? Si grazie, se per politica si intende che sulle nostre pagine annoteremo quella frase che tutti abbiamo trascritto sui nostri diari scolastici: “non la penso come te, ma sono pronto a tutto purchè tu possa dire la tua idea…”. Non serve in questo la volgarità, non serve la strumentalizzazione; siamo già caduti troppo in basso. Serve piuttosto senso critico, disponibilità al confronto, assunzione di responsabilità anche quando si tratta di professare legittime posizioni ed opinioni. Chi vuol dire la sua lo può fare, anzi lo deve fare; ma La Contea di Bormio non pubblicherà nulla senza una firma…
ARMANDO TRABUCCHI
[ConteaRivista] - [Anno X] - [numero01]