15 aprile 2001 L'ALTA VALTELLINA PRODUCE UNO SPAZIO PER I GIOVANI
E’ toccato a me dare ufficialmente il via a questa iniziativa e, come amministratore, ne sono stato alquanto fiero. Penso di dover condividere la soddisfazione con tutte le persone, presenti e non all’inaugurazione del Centro Multimediale comprensoriale di Capitania Valdisotto, che hanno  creduto nell’idea ed hanno, a vario titolo, contribuito al suo avvio.              Non siamo arrivati ad una meta, ma solo ad una delle tappe, che hanno scandito il percorso nel quale ci siamo incamminati in Alta Valle da una decina d’anni nelle politiche giovanili. Dopo i primi timidi approcci, le prime esperienze nei singoli comuni, i centri di aggregazione, i progetti della legge 285 sull’infanzia e sugli adolescenti, i primi risultati (come il coordinamento degli assessori comunali, il raccordo in rete dei vari enti e soggetti operanti sul territorio, il lancio a livello comprensoriale delle commissioni comunali), dopo le ricerche conoscitive sui  gruppi giovanili, formali ed informali, eccoci ad un progetto concreto per i giovani. E’ un processo sociale che ha una storia, ha un presente  che poggia su alcuni punti solidi, ma soprattutto  dovrà avere un  futuro, ancora tutto da scoprire e da rimodulare. L’inaugurazione ufficiale è stata un’occasione di incontro e di confronto, e sono convinto che tutti i presenti siano usciti stupiti per la semplice ma curata struttura, affascinati dal clima sereno e caldo dell’incontro. Certamente, con una robusta ricarica di entusiasmo, necessario  per proseguire con nuovi stimoli e con più chiara determinazione. Ciascuno, credo fosse venuto all’appuntamento con una certa  attesa e curiosità di conoscere chi ruotasse attorno a questo progetto e quali significati esso sottendesse. Un desiderio di conoscere e di conoscersi.               Tento di fornire alcuni spunti di riflessione, più che di risposta, alcuni elementi che aiutino a ricomporre il quadro. Non è forse, questo Centro, il luogo della relazione? Giovani che incontrano altri giovani, ma questo sta già avvenendo nelle serate di apertura e loro hanno molta più facilità dei grandi a trovarsi ed ad integrarsi. Gli adulti  che incontrano i giovani: sono usciti  dal privato per dialogare con loro, per confrontarsi con uno stile aperto. Adulti che incontrano altri adulti e questo è un fatto abbastanza inusuale al di fuori di ambienti strettamente legati a chi opera direttamente nel sociale. La serata è della inaugurazione ufficiale stata un tentativo positivo, carico di significati e di buoni auspici, per “raccontarci” e  per “riscoprirci” come comunità locale. La presenza numerosa ed ufficiale del mondo adulto è da leggere in questa direzione e significare che essi sono presenti, non solo nell’ambito familiare, non solo economicamente, ma pure in un contesto  sociale più ampio e stimolante.              Anche le istituzioni sono presenti. I care, diceva don Milani ai ragazzi di Barbiana. Se lo diciamo al plurale: ci interessa dei giovani, ci sta a cuore. Non si vuole cadere in uno sterile paternalismo e neppure si intende sovrapporsi, soffocare, controllare. L’intenzione  è quella di una generazione adulta che vuol promuovere la  crescita  dei ragazzi, partendo da loro e favorendo le potenzialità di cui sono portatori.              Ecco allora chiarito chi sta dietro al Centro Multimediale: non è un’operazione commerciale, non è un trabocchetto della politica, non è un’istituzione ideata dagli adulti per  tenere sotto controllo una fetta di mondo giovanile.
In chiave positiva il centro multimediale è da intendersi come luogo della relazione, luogo dell’ascolto, luogo di crescita. E’ in questa direzione che ci siamo mossi, come pubblici amministratori, come Azienda Sanitaria Locale, come operatori. Il centro multimediale rappresenta quindi una opportunità di crescita per i ragazzi, ma anche per tutta la comunità  dell’Alta Valle. La presenza del mondo adulto pertanto non ha voluto invadere uno spazio dei ragazzi, ma è stata discreta, è stata di ascolto più che di consiglio.              In una società complessa, frenetica nel cambiamento, frammentata nella sua composizione, tutti fanno fatica a reggere. Ma proprio la complessità ed il disorientamento del momento attuale, possono e devono compattarci, determinare maggior coraggio, generare energie sconosciute per affrontare il futuro. Cerchiamo allora di trovare significati comuni di appartenenza e di ricomposizione di una comunità che è viva solo se tutte le generazioni si integrano in un’orchestra che suona accordata.              Il progetto va in questa direzione, non consideriamolo un fine, un risultato acquisito, ma l’inizio di un’ avventura, tutta da esplorare. Il passaggio delle chiavi è diventato quindi simbolico. Vuol dire che sì, il Centro è aperto, ma soprattutto il centro è aperto ad ulteriori prospettive di frequentazione e di testimonianza.
MATTEO COLTURI, assessore ai servizi sociali della Comunità Montana Alta Valtellina
[ConteaRivista] - [Anno X] - [numero01]